La celiachia in Saharawi: storia del progetto
Nel 1998, nonostante le strutture e gli strumenti inadeguati, si riesce a portare a termine la prima indagine su un totale di 989 bambini, un lavoro che svela una percentuale di prevalenza della celiachia del 5/6%, dato ben dieci volte superiore alla prevalenza della patologia osservata negli altri paesi europei compresa l’Italia (1%). A complicare il quadro ci sono le gravi conseguenze sintomatiche tra cui l’anemia e il nanismo nutrizionale che qui possono portare anche alla morte.
Tra il 1997 e il 1998
alcuni medici coinvolti nel progetto identificano l’elevata incidenza della celiachia tra la popolazione locale fino a decretarne la frequenza del 5,6% tra la popolazione infantile.
Nel 2002
partono i primi aiuti concreti alla popolazione, grazie alla presenza del C.O.S.P.E, una ONG impegnata da tempo nel sostegno del popolo Saharawi, espulso dalla sua terra e costretto a vivere nei campi per rifugiati a Tindouf (Algeria). Tra Dicembre e Gennaio sono state inviate in Saharawi tonnellate di alimenti senza glutine.
Tra il 2004 e il 2005
AIC diventa partner nazionale del Progetto Quadro “Sostegno a favore del popolo Saharawi” co-finanziato dalla Regione Toscana con capofila il Centro Nord-Sud.
Si avvia la costruzione del Dipartimento medico dedicato alla celiachia, completo della prima attrezzatura e si effettua un campionamento di prelievi sul posto.
A partire dal 2006
Il 2007
rappresenta una storica svolta: attraverso un’analisi preliminare, che prevede anche un questionario distribuito alla popolazione, si procede a una mappatura degli alimenti per individuare la risorse naturalmente prive di glutine presenti in loco ma anche le preferenze e le esigenze delle famiglie locali. Per la prima volta riusciamo a fornire gli alimenti in maniera differente rispetto alla consueta raccolta proveniente dagli aiuti internazionali.
Sempre nel 2007 si avvia anche la formazione sul campo del personale locale, attività che viene riproposta in due differenti momenti nel corso dell’anno, fino al 2011.
Dal 2007 al 2011
sono coinvolti nel progetto medici, paramedici, tecnici di laboratorio, al fine di garantire loro una completa autonomia nella gestione della patologia.
Nel 2013
arriva in Saharawi lo strumento più importante del Dipartimento: la nuova colonna endoscopica.
Nel 2014
Il progetto si conclude al termine del 2014: la situazione geopolitica dell’area al confine tra Algeria e Marocco è diventata estremamente delicata, insostenibile per proseguire con efficienza ed efficacia un progetto articolato come quello portato avanti da AIC in Saharawi
Nel 2014 è terminato il nostro intervento in Saharawi.
La situazione geopolitica in Saharawi
Sebbene riconosciuta dall’Unione Africana, di fatto la Repubblica non è mai stata accettata dalla Lega Araba e dall’ONU ed è tutt’oggi oggetto di un’interminabile contesa. A difendere il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi è il Fronte Polisario, un movimento nato con l’intento di liberare il Sahara Occidentale prima dall’occupazione spagnola e poi dall’influenza di Mauritania e Marocco. Nel 1979 il Fronte firma un trattato di pace con la Mauritania. Lo stesso non avviene per il Marocco che da vita a un estenuante conflitto militare al termine del quale costruisce un muro per cingere i territori occupati. Una barriera di pietra e sabbia, lunga 2720 metri, che esclude con la forza il popolo del Saharawi allontanandolo dalle città di Al Aaiun e Es Samara, un’area ricca di giacimenti di fosfati e riserve di pesca. Ancora oggi la popolazione attende un referendum per l’indipendenza che sembra non debba avere mai luogo.