Cosa si guarda quando si acquista un prodotto?
Come si legge l’etichetta nutrizionale?
Più attenta è la lettura dell’etichetta, più completa e migliore sarà la valutazione decisiva.
Insieme alla conoscenza dei principi base della nutrizione, l’etichetta nutrizionale è uno dei metodi principali per informare i consumatori sulla composizione degli alimenti e aiutarli ad adottare scelte consapevoli. Il consumatore è, dunque, “attore protagonista” della propria spesa e della propria dieta.
In etichetta, dove reperiamo le informazioni nutrizionali?
Elenco degli ingredienti
- È obbligatorio;
- È preceduto dalla parola “Ingredienti”;
- Elenca tutti gli ingredienti nell’alimento, da quello usato in quantità maggiore a quello usato in quantità minore come peso, al momento della produzione del prodotto stesso;
- Gli ingredienti in grado di provocare allergie (es. uova, soia, noci, ecc.) devono essere chiaramente evidenziati;
- L’indicazione degli allergeni (compreso il glutine) è obbligatoria se impiegati come ingrediente nel prodotto, ma non nel caso di potenziali tracce per contaminazione. Questo vale sia per i prodotti confezionati che nella ristorazione.
Controllare l’elenco ingredienti, significa:
- comprendere la qualità nutrizionale dell’alimento in base a ordine e tipo di ingredienti impiegati;
- rilevare la presenza di eventuali allergeni, in caso di allergie o in caso di celiachia;
- ricordare che se un alimento a rischio non riporta tra gli ingredienti glutine o cereali contenenti glutine (grano, segale, avena, orzo, farro, kamut® e prodotti derivati), NON è da considerare automaticamente idoneo. La garanzia per il celiaco è data dalla dicitura “senza glutine”. Non essendo obbligatoria, in assenza di tale dicitura, il prodotto potrebbe essere potenzialmente non idoneo, quindi è consigliabile non consumarlo.
Dichiarazione nutrizionale
- Fornisce informazioni sul valore calorico e nutritivo dell’alimento;
- È diventata obbligatoria in seguito al Reg. 1169/2011;
- Gli alimenti confezionati devono avere in etichetta (salvo rare eccezioni) una tabella nutrizionale riportante obbligatoriamente energia, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, proteine, zuccheri e sale, riferiti a 100 g o 100 ml di prodotto ed eventualmente alle unità di consumo o porzioni (facoltativo);
- Le informazioni nutrizionali possono venire ripetute in % rispetto alle “assunzioni di riferimento” (GDA Guideline Daily Amounts) di una persona media adulta (2000 kcal). L’obiettivo è quello di fornire al consumatore uno strumento per avere una maggiore consapevolezza di quanto ogni prodotto, con la sua composizione, contribuisca al raggiungimento di una dieta generale bilanciata. Le GDA non vanno considerate come obiettivi individuali, ma come un parziale contributo nella valutazione complessiva della propria dieta;
- La dichiarazione nutrizionale può essere integrata con l’indicazione di altri elementi facoltativi: acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre, sali minerali o vitamine;
- È obbligatorio specificare la natura degli oli e grassi utilizzati nel prodotto: ad esempio, “oli vegetali (palma, girasole)”. In questo modo il consumatore può conoscerne la derivazione e quindi la reale composizione dell’alimento;
Pur confermando l’importanza della lettura dell’etichetta nutrizionale, bisogna ricordare che “valorizzare” o “criminalizzare” un singolo alimento non è praticabile, ma è necessario piuttosto considerare l’alimentazione complessiva e quindi l’intera composizione della propria dieta.
Per ulteriori approfondimenti puoi consultare le pagine “Consigli di educazione alimentare senza glutine”, “I gruppi alimentari”, “La buona tavola senza glutine”.
Claims nutrizionali e salutistici
- Non sono obbligatori;
- Si tratta di indicazioni nutrizionali e sulla salute, attraverso le quali il produttore decide di valorizzare i propri prodotti, che devono essere adeguatamente etichettati per garantire la tutela dei consumatori, facilitare scelte consapevoli e rispettare una concorrenza leale di mercato;
- Per indicazione nutrizionale si intende “qualunque indicazione che affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento abbia particolari proprietà nutrizionali benefiche dovute all’energia (valore calorico), che apporta, apporta a tasso ridotto o accresciuto o non apporta, e/o alle sostanze nutritive o di altro tipo che contiene, contiene in proporzioni ridotte o accresciute o non contiene” (Art. 2, Reg. 1924/2006);
Esempi: “a basso contenuto di grassi”, “ad alto contenuto di fibre”, “senza zuccheri aggiunti”, “fonte di magnesio”, “senza sale”. Devono rispettare determinate condizioni di applicazione ed essere conformi a definizioni accordate; - Per indicazione sulla salute si intende “qualunque indicazione che affermi, suggerisca o sottintenda l’esistenza di un rapporto tra una categoria di alimenti, un alimento o uno dei suoi componenti e la salute” (Art. 2, Reg. 1924/2006).
Sono consentite solo se in etichettatura sono presenti:
- una dicitura relativa all’importanza di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano;
- la quantità dell’alimento e le modalità di consumo necessarie per ottenere l’effetto benefico indicato;
- se del caso, una dicitura rivolta alle persone che dovrebbero evitare di consumare l’alimento
- un’appropriata avvertenza per i prodotti che potrebbero presentare un rischio per la salute se consumati in quantità eccessive.
Esempi: “il calcio è necessario per il mantenimento di denti normali”, “la riduzione del consumo di sodio contribuisce al mantenimento di una normale pressione sanguigna”, “le proteine contribuiscono al mantenimento della massa muscolare”;
La fondatezza scientifica delle indicazioni è esaminata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e deve ottenere autorizzazione finale dalla Commissione Europea.
…come deve leggerli il consumatore?
Le indicazioni nutrizionali e sulla salute sono disciplinate dal Reg. comunitario 1924/2006, che garantisce quindi ai consumatori l’accuratezza e la veridicità delle informazioni, e si applica a comunicazioni commerciali, sia nell’etichettatura sia nella presentazione o nella pubblicità dei prodotti alimentari forniti al consumatore finale.
Per garantire la veridicità delle indicazioni, è necessario che la sostanza oggetto dell’indicazione sia presente nel prodotto finale in quantità sufficienti o che la sostanza sia assente o presente in quantità opportunamente ridotte, per produrre l’effetto nutrizionale o fisiologico indicato. La sostanza dovrebbe anche essere fornita da una quantità dell’alimento tale da poter essere ragionevolmente consumata.
Un marchio, denominazione commerciale o denominazione di fantasia riportato sull’etichettatura, nella presentazione o nella pubblicità di un prodotto alimentare che può essere interpretato come indicazione nutrizionale o sulla salute può essere utilizzato senza essere soggetto alle procedure di autorizzazione previste dal regolamento a condizione che sia presente anche una corrispondente indicazione nutrizionale o sulla salute conforme alle disposizioni del regolamento stesso.
L’utilizzo di indicazioni nutrizionali e sulla salute rappresentano sicuramente una buona opportunità per le aziende per commercializzare i loro prodotti, ma è più complesso capire quanto i claims siano realmente utili ai consumatori. Data l’immagine positiva conferita agli alimenti che riportano tali indicazioni e il potenziale impatto che possono avere sulle abitudini alimentari, il consumatore dovrebbe essere in grado di valutarne la qualità nutrizionale globale e non soffermarsi unicamente su tali informazioni che possono soddisfare, solo in parte, il significato di “buona dieta”.
Cos’altro è utile guardare in etichetta?
Denominazione dell’alimento
- È la sua denominazione legale;
- È obbligatoria;
- Fornisce una breve descrizione dell’alimento, dà informazioni sul suo stato fisico o sul trattamento che ha subito (es. “in polvere”, “surgelato”, “concentrato”);
- La denominazione dell’alimento (“Confettura extra di albicocche”) è diversa dalla denominazione commerciale (“Extra di albicocche XX”) che rappresenta il nome di fantasia, il nome con cui è noto in commercio il prodotto o il nome dell’azienda che lo produce o marchio.
Durabilità dell’alimento
- Corrisponde alla ”vita” del prodotto;
- L’indicazione è obbligatoria;
- La data di scadenza è preceduta dalla dicitura “da consumare entro…” seguita dalla data o dall’indicazione del punto in cui essa è indicata sull’etichetta. Rappresenta il limite entro cui il prodotto è idoneo ad essere consumato, prima di andare incontro a deperibilità;
- Il termine minimo di conservazione (TCM) è indicato dall’espressione “da consumarsi preferibilmente entro il…” o “da consumarsi preferibilmente entro fine…”, seguite dalla data o dall’indicazione del punto in cui essa è indicata sull’etichetta. È utilizzato nel caso di alimenti meno deperibili e rappresenta la data fino alla quale tale prodotto conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione e dopo la quale può modificare le proprie caratteristiche organolettiche ma può essere consumato senza essere dannoso per la salute.
Formato
- Indica il peso del prodotto;
- L’indicazione della quantità netta dell’alimento è obbligatoria ed è espressa utilizzando, a seconda dei casi: litro, centilitro, millilitro, chilogrammo, grammo;
- Controllare il peso netto dell’alimento è utile per evitare di interpretare in modo scorretto in base alla dimensione della confezione.
Condizioni di conservazione o d’uso
- Sono obbligatorie;
- Servono per consentire una conservazione o un uso adeguato degli alimenti dopo l’apertura della confezione (es. “conservare in luogo fresco ed asciutto”, “dopo l’apertura, conservare in frigorifero e consumare entro 3-4 giorni”).
Nome e ragione sociale
- È un’informazione obbligatoria;
- Indica il commercializzatore del prodotto e quindi l’operatore del settore alimentare responsabile delle informazioni sull’alimento, o se tale operatore non è stabilito dall’Unione, l’importatore nel mercato dell’Unione.
Istruzioni per l’uso
- Consentono un uso adeguato del prodotto;
- L’indicazione è obbligatoria per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un corretto uso dell’alimento (esempio “amalgamare con cura e scaldare per pochi minuti prima dell’utilizzo”).
Paese d’origine o luogo di provenienza
- Coincide con il luogo dell’ultima trasformazione del prodotto;
- L’indicazione del paese di origine o luogo di provenienza rimane facoltativa, salvo alcuni casi (ad esempio, la carne);
- Il nome, la ragione sociale o l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare apposto sull’etichetta non costituisce un’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza del prodotto alimentare.
In etichetta, infine, è possibile reperire altre informazioni, non disciplinate, ma che il produttore può inserire, se reali, per valorizzare il proprio prodotto. Riguardano, ad esempio, la selezione delle materie prime (“con latte fresco”, “senza conservanti”, “con sola carne italiana”, “con basilico fresco”, “con uova da allevamento a terra”) e sono informazioni che non devono essere considerate in prima linea per la scelta decisiva di un prodotto ma che, se interpretate con il giusto peso, possono fornire indicazioni aggiuntive sull’alimento.
Per ulteriori approfondimenti sulla lettura delle etichette è possibile leggere i contenuti degli articoli pubblicati su Celiachia Notizie: