Gli integratori non sono tutelati da specifiche norme che ne disciplinino il contenuto in glutine o in amido di frumento. Di conseguenza si tratta di sostanze potenzialmente a rischio per il soggetto celiaco. Tuttavia, possono essere assunti quei preparati che sono riportati nel Prontuario AIC o che riportino il claim “senza glutine” (il che, come previsto dalla normativa in vigore, significa una quantità di glutine inferiore a 20 ppm ossia 20 mg/kg). Come sempre il discorso vale per sostanze e formulazioni da ingerire, mentre è ininfluente per quelle da applicare topicamente. Come per i dispositivi medici, fanno eccezione anche gli integratori ad uso topico del cavo orale o sublinguale e quindi non per l’ingestione, che sono pertanto considerati adatti ai celiaci, anche se non riportano l’indicazione “senza glutine” sulla confezione, considerando che i quantitativi eventualmente ingeriti restano in ogni caso comunque risibili e non pericolosi anche in caso di presenza in tracce di glutine a causa di contaminazione accidentale. AIC sconsiglia il consumo solo in caso di presenza certa di glutine tra gli ingredienti.
Tra gli esempi classici di integratori, ci sono gli immunostimolanti generici forniti in farmacia come dispositivi da banco per affrontare l’inverno. In tal caso, riguardo ai soggetti che abbiano già ricevuto diagnosi, non esiste alcuna contro-indicazione nelle persone affette da celiachia ad assumerli.
È sconsigliato assumere immunostimolanti nella fase florida della malattia, quando ancora sono presenti elevati titoli di anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio circolanti prima che sia trascorso un periodo di dieta senza glutine, che abbia portato alla normalizzazione dei titoli anticorpali plasmatici. Ciò premesso, è sempre necessario consultarsi prima con il proprio medico curante.