Nel 2018, AIC ha comparato i principali prodotti senza glutine del mercato italiano con gli analoghi tradizionali (pasta, pane, biscotti, fette biscottate, merendine, sostituti del pane come crackers e grissini, farine), per un totale di quasi 600 prodotti analizzati. Lo studio, dal titolo “Nutritional composition of gluten-free food versus regular food sold in the Italian market”, è stato pubblicato sulla rivista internazionale di Gastroenterologia ed Epatologia “Digestive and Liver Disease”. I risultati dell’indagine AIC si allineano con i dati della letteratura sul minor contenuto proteico negli alimenti senza glutine, aspetto non sorprendente considerando gli ingredienti usualmente utilizzati per sostituire le farine contenenti glutine e che non deve preoccupare: gli alimenti come il pane o la pasta non sono considerati la fonte principale di proteine, che dovrebbero essere assunte nella dieta soprattutto attraverso legumi, uova, latte e latticini, pesce, carne. Gli stili di vita contemporanei non presentano il rischio di carenze di proteine, piuttosto si assiste a comportamenti alimentari che portano ad un loro consumo eccessivo.
Sul contenuto di grassi totali, i dati raccolti da AIC non hanno evidenziato differenze statisticamente significative tra il campione senza glutine e con glutine. Sono state rilevate alcune differenze, non sempre a discapito dei prodotti senza glutine, nel contenuto calorico, di zuccheri semplici o di grassi saturi, fibra e sale, che non possono essere estese indiscriminatamente a tutte le categorie di alimenti per celiaci considerate né a tutti i prodotti senza glutine presenti sul mercato.
I risultati dello studio confermano che esistono alcune differenze nella composizione nutrizionale dei prodotti senza glutine e degli analoghi convenzionali destinati alla popolazione generale non celiaca, ma tali differenze non sono presenti in modo sistematico e non giustificano la demonizzazione generalizzata degli alimenti senza glutine che talvolta emerge dai media. Alcune differenze, infatti, possono essere facilmente gestite dal consumatore-paziente e compensate con una corretta gestione della dieta oltre che con una scelta consapevole degli alimenti.
Uno studio più recente, pubblicato dall’Università di Udine (“The Update of the Italian Food Composition Database of Gluten-Free Products and Its Application in Food-Based Dietary Guidelines Menus”), ha confermato questi risultati e la grande varietà all’interno di ogni categoria di alimento. Come per gli analoghi convenzionali, è quindi importante saper leggere le etichette e riconoscere e scegliere i prodotti con ingredienti e profili nutrizionali migliori, soprattutto quando l’offerta è così differenziata. Una scelta consapevole, soprattutto negli alimenti consumati più frequentemente (come possono essere ad esempio nella tipica dieta italiana pane e pasta) può avere un effetto sulla nostra dieta totale e di conseguenza anche sulla nostra salute.
Gli alimenti per celiaci, dunque, non vanno demonizzati in maniera generalizzata ma va piuttosto ricordato che il consumatore celiaco ha ormai la facoltà di scegliere, come la popolazione generale, tra tanti prodotti, sulla base della loro formulazione e attraverso la lettura delle etichette.
Per AIC è importante educare il paziente celiaco alla buona dieta senza glutine e continuare a stimolare l’industria ad un costante miglioramento delle qualità organolettiche e nutrizionali degli alimenti specificamente formulati per celiaci.
Per sapere come seguire al meglio la dieta senza glutine, scopri qui i nostri consigli di educazione alimentare.
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