accedi-icon

La Commissione Europea conferma le posizioni di AIC sulla etichettatura

…e demanda ad altri enti la risoluzione del complesso quadro normativo.

I prossimi passi di AIC e della Federazione Europea

AIC continua la sua azione per promuovere la regolamentazione del cosiddetto PAL, Precautionary Allergen Labelling, ovvero le diciture del tipo “può contenere (tracce di)…” , che renderebbero ancora più chiare le informazioni al consumatore celiaco rispetto all’idoneità alla propria terapia dei prodotti confezionati.

AIC, come la nostra Federazione Europea, AOECS, rivolge la propria azione alla Commissione Europea, competente per materia. In particolare, AIC ha supportato l’azione di due Europarlamentari italiani, Marco Campomenosi e Matteo Gazzini,  che hanno posto una specifica interrogazione alla Commissione Europea.

La Commissione Europea ha confermato la lacuna normativa rispetto alla comunicazione della potenziale presenza accidentale e non intenzionale di allergeni negli alimenti e nelle bevande, mancando ad oggi quegli atti di esecuzione cui rimandava il Regolamento 1169 nel 2011 (art. 36). La Commissione conferma, infatti, che la dicitura “può contenere…” non è attualmente disciplinata da una legislazione specifica dell’UE e che resta una indicazione che può essere fornita dagli operatori, ma su base volontaria (“Sebbene l’etichettatura precauzionale, come la dicitura “può contenere”, non sia attualmente disciplinata da una legislazione specifica dell’UE e sia fornita su base volontaria..”). Tuttavia, pur avendone facoltà (come citato in premessa della risposta), la Commissione non ritiene di essere nella possibilità di risolvere la questione procedendo agli “atti di esecuzione”,  nell’attesa che sia il Comitato sull’etichettatura dei prodotti alimentari del Codex Alimentarius a individuare un “modo armonizzato e significativo per fornire un’etichettatura precauzionale degli allergeni”.

Ricordiamo, infatti, che Il Codex Alimentarius (“Codex”) è un insieme di regole e di normative (“standard”) elaborate dalla Codex Alimentarius Commission, una Commissione (suddivisa in numerosi comitati) istituita nel 1963 dalla FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e dall’OMS (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Salute) dove sono in atto da tempo discussioni sul tema. Anche attraverso la Federazione Europea AOECS, seguiamo il lavoro del Codex. Ci attendiamo, purtroppo, che la soluzione non possa giungere in tempi brevi: differenti target di consumatori fanno utilizzo di questo tipo di diciture (persone allergiche ai cereali contenenti glutine e celiaci) con meccanismi di azione, soglie di tollerabilità e limiti di riferimento molto differenti. Adottare regole che siano davvero utili per tutti, non è facile. Il tentativo di chiedere alla Commissione una soluzione per i celiaci doveva essere fatto.

L’aspetto positivo è da individuare nel riferimento che la Commissione fa all’intervento alle Autorità nazionali dichiarando che “gli operatori del settore alimentare devono garantire che tale etichettatura non sia fuorviante, ambigua o confusa per il consumatore (..omissis..)” e che  “Le autorità nazionali hanno inoltre il dovere di valutare e verificare caso per caso la compatibilità di tali informazioni con la pertinente legislazione dell’UE.”.

Si conferma così il ruolo cruciale che possono giocare le Associazioni di riferimento: AOECS, la Federazione Europea, già attiva da tempo a livello di Codex e sul caso specifico, ha già inviato diverse note di commento sui lavori attualmente in corso. AIC, per l’Italia, potrà riprendere l’azione di stimolo verso le autorità nazionali, chiedendo, forte di questo parere della Commissione, una più efficace azione di monitoraggio circa i tanti casi di apparente abuso della dicitura, riportata su molti alimenti naturalmente senza glutine o su cui l’assenza di glutine è universalmente ritenuta scontata, e, soprattutto, l’emanazione, come in altri Paesi membri è stato fatto, di Linee Guida con indicazioni per gli operatori, colmando l’assenza di regolamentazione legislativa.

Ricordiamo che AIC è comunque attiva anche a livello internazionale, facendo parte del Gruppo di Lavoro AOECS che ci occupa di interagire con il Codex. AOECS è uditore ufficiale in questa prestigiosa sede con diritto di consultazione. L’Italia, membro permanente della Commissione Codex, può essere ulteriore veicolo di azione, tramite l’interlocuzione, tra AIC e la delegazione nazionale, facente capo al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Il testo completo della risposta della Commissione Europea alla interrogazione parlamentare è visionabile qui.

Qui, il testo della interrogazione degli Europarlamentari italiani Campomenosi e Gazzini.

Torna al sito regionale