studio in corso
ROBERTA MANDILE, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, NAPOLI
Progetto Biennale
Celiachia
Area: Immunologia
Scheda dello Studio
- Numero del Finanziamento (Grant): 002/2024
- Titolo: Autoimmunità celiaca transitoria: storia naturale e meccanismi immunologici.
- Area Scientifica: Immunologia
- Durata: Progetto Biennale
- Ricercatore Titolare: Dott.ssa ROBERTA MANDILE, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II, NAPOLI
Lo studio
Cosa si intende studiare e perché?
La celiachia è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario reagisce in modo anomalo al glutine, una proteina presente in molti cereali. In questa condizione, vengono prodotti autoanticorpi diretti contro un enzima chiamato transglutaminasi 2 (TG2), che si trovano sia nel sangue sia nella mucosa dell’intestino tenue. Questi anticorpi scompaiono quando si segue una dieta priva di glutine, e per questo sono usati in clinica sia per la diagnosi che per il monitoraggio dell’aderenza alla dieta senza glutine.
Tuttavia, esiste un gruppo particolare di persone con celiachia potenziale che presentano gli autoanticorpi ma hanno una mucosa intestinale normale. Alcuni di loro, sorprendentemente, smettono di produrre gli anticorpi anche continuando a mangiare glutine. Questo fenomeno suggerisce che, almeno in alcuni casi, l’autoimmunità possa essere un processo reversibile.
L’osservazione di pazienti che spontaneamente perdono gli autoanticorpi anti-TG2 mentre continuano a consumare glutine apre interrogativi affascinanti: è possibile che la perdita di tolleranza immunitaria possa “guarire” da sola?
Il progetto si propone di:
- Studiare la storia naturale a lungo termine dei pazienti in cui gli autoanticorpi scompaiono spontaneamente, cercando indicatori precoci che possano prevedere questo esito
- Analizzare le caratteristiche immunologiche di questi soggetti, per capire se, nonostante la scomparsa degli anticorpi nel sangue, permangano tracce della malattia a livello intestinale o del sistema immunitario.
La Metodologia
Il progetto sfrutterà una grande coorte di pazienti con celiachia potenziale seguiti nel tempo mentre continuano a consumare glutine, con controlli periodici tramite analisi del sangue e biopsie intestinali.
I pazienti saranno divisi in due gruppi:
- PCD-neg, coloro che nel tempo perdono gli anticorpi anti-TG2;
- PCD-pp, coloro che invece li mantengono.
Confronteremo tra i due gruppi dati clinici, genetici e immunologici per capire se fin dall’inizio esistano differenze che possano predire l’evoluzione della malattia.
In un sottogruppo di pazienti PCD-neg, verranno esaminate le biopsie al momento della scomparsa degli anticorpi nel sangue per valutare se restano segni di attività immunitaria, come la presenza di cellule T specifiche per il glutine.
Quali Risultati Attesi e Quali Prospettive?
Ci aspettiamo che, anche dopo la scomparsa degli anticorpi, alcuni pazienti mantengano sottili segni immunitari della malattia, ma che il loro sistema immunitario riesca ad attivare meccanismi di autocontrollo capaci di bloccare la progressione verso il danno intestinale.
Capire come questo avviene potrebbe aprire la strada a nuove strategie preventive o terapeutiche, capaci di fermare la celiachia prima che causi lesioni.
Dal punto di vista clinico, il progetto aiuterà anche a capire se questi pazienti restano a rischio di sviluppare la malattia nel tempo o se, al contrario, la loro autoimmunità si sia davvero spenta in modo definitivo.